Lavatoio Medievale

13 Agosto 2021

Cefalù, splendida località marinara nella provincia di Palermo, non è caratterizzata solo da un pittoresco e imperdibile lungomare, ma anche e soprattutto da tanta storia e cultura. Tra gli esempi più caratteristici e vivi della sua ricchezza, tappa imperdibile e curiosa è il Lavatoio Medievale.

Come arrivare al lavatoio medievale di Cefalù

Per raggiungere il lavatoio medievale di Cefalù, luogo denso di storia e fascino d’altri tempi, è necessario superare la spiaggia e – percorrendo alcuni vicoli interni – arrivare in Via Vittorio Emanuele. Sarà dunque sufficiente percorrere la via fino al Palazzo Martino, di epoca e stile tardo rinascimentale. Lì nei pressi, sempre lungo via Vittorio Emanuele, una scaletta detta “a lumachella”, in pietra lavica, scende proprio verso il lavatoio, oggi coperto insieme al fiume Cefalino, dopo i lavori effettuati nel XVII secolo. Poco distante, si può visitare il maestoso Duomo di Cefalù.

La leggenda del fiume Cefalino

Nel lavatoio sono convogliate le acque del fiume Cefalino, che attraversa Cefalù e presso cui le lavandaie del luogo lavavano i panni. Il fiume è nominato in una scritta posta sul lato destro dell’ingresso al lavatoio stesso: “Qui scorre Cefalino, più salubre di qualunque altro fiume, più puro dell’argento, più freddo della neve”. La leggenda delle sue origini – ricca di spunti romantici e commoventi – vuole che il fiume che attraversa Cefalù e il suo lavatoio sia nato dalle incessanti lacrime di una ninfa, pentita di aver ucciso l’amato che l’aveva tradita.

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Cosa vedere a Cefalù: il lavatoio medievale

La struttura del lavatoio medievale – con l’acqua che ancora scorre, gettandosi nelle ventidue bocche in ghisa, quindici delle quali raffiguranti teste di leone – ricrea sin da subito un’atmosfera suggestiva. La fantasia del turista viene subito stimolata, e sembra quasi di poter sentire cantare le lavandaie dei tempi passati, mentre sfregavano e lavavano nel fiume i panni, al di là dell’arco d’ingresso (di ispirazione architettonica araba).

Tutti questi elementi – dall’arco che sovrasta l’ingresso alla pietra lavica della scala a lumachella che scende dalla strada fino al lavatoio, fino alle bocche leonine in ghisa dove scorre l’acqua – rendono il luogo non soltanto attraente dal punto di vista storico e culturale, ma anche l’ideale per una breve sosta rinfrescante mentre ci si muove per Cefalù.

Specie nei mesi estivi, infatti, Via Vittorio Emanuele e la strada detta “del fiume” possono essere veramente calde da percorrere a piedi: ciò non toglie che ne valga davvero la pena, pur di raggiungere il lavatoio e le vicine tappe del porticciolo e della meravigliosa piazza del Duomo.

I lavori nel corso del tempo

È difficile stabilire con esattezza e precisione in quale momento storico sia stato edificato il lavatoio del borgo di Cefalù: certo è che si tratta di un mirabile esempio tutto siciliano di ingegneria idraulica medievale. Quel che si sa è che in età moderna, nel 1514, il lavatoio è stato demolito e ricostruito in posizione più arretrata, in riferimento alle mura della città. Inoltre, un secolo dopo, intorno al 1600, sarebbe stato coperto: infatti, prima il fiume Cefalino scorreva a cielo aperto in quel punto, mentre adesso il lavatoio è sotterraneo. Ulteriori lavori di restauro (a livello estetico e a livello idraulico) sono stati condotti nel XX secolo e terminati nel 1991, quando è stata ripristinata la struttura, resa oggi visitabile da qualsiasi turista abbia voglia di una testimonianza dei luoghi e della vita medievale dell’isola siciliana.